Tuesday 17 June 2008

Sulla strada verso il Regno di Cambogia...

Post breve.
Di seguito, un po' di foto di HCMC (Saigon) e del lungo viaggio che ci ha portati in Cambogia... La traversata e' stata alquanto snervante e dopo 24 ore di interminabili trasferte in bus, barche e barchette siamo arrivati finalmente nella capitale Phnom Penh.
La foto a sinistra e' di una ghigliottina, in uso durante la guerra in Vietnam...
In basso, uno dei trofei del popolo Vietanmita:



















Ad HCMC abbiamo visitato i tunnels di Cu Chi, rete di cunicoli scavata dai Vietcong che e' stata uno degli elementi chiave nella disfatta dell'esercito Americano. A sinistra una delle entrate ed a destra una delle trappole seminate in abbondanza in tutta l'area:




















Un altro trofeo a danno delle truppe Americane...

Infine, immagini dei posti che abbiamo vivitato sulla strada verso Phnom Penh. Veri e propri villaggi galleggianti sul delta del Mekong e piccole comunita' di minoranze etniche come i Cham, unico popolo di religione musulmana.
















Friday 23 May 2008

Long time no post...

Quanto tempo e' passato dall'ultimo post! I giorni volano e non me ne accorgo...
Ok, l'ultima volta che ho scritto ero in Laos e non ho detto niente su questo splendido posto quindi corro subito ai ripari. Lao P.D.R., che sta per Repubblica Democratica del Popolo Lao (una delle ultime Repubbliche Comuniste dei nostri giorni) e' uno dei paesi in via di sviluppo piu' poveri al mondo; durante la guerra in Vietnam e' stato l'angolo del globo piu' bombardato in assoluto dai nostri amici Yankees (tra il 1971 ed il 1973 due milioni di tonnellate di bombe sganciati, piu' del totale di ordigni sganciati durante tutta la seconda guerra mondiale); ancora oggi gli UXO (ordigni inesplosi) sparsi sono una delle cause maggiori di mortalita' , soprattuto infantile, e si stima che lo saranno ancora per i prossimi cent'anni.
Eppure, non ho mai visto gente piu' serena, sorridente ed ospitale degli abitanti di questo paese.
Il nostro primo approdo e' stato Luang Prabang, villaggio circondato da montagne a nord del paese; in questo posto dai paesaggi mistici e dagli innumerevoli templi Buddisti, viene formata la maggior parte di futuri monaci del paese.














Non e' raro imbattersi in ragazzini in saio arancione, novizi che arrivano da tutte le parti del paese per studiare e meditare fino a che avranno l'eta' giusta per essere sacerdoti (non prima dei vent'anni). Di notevole fascino e' la cerimonia di almsgiving (letteralmente carita'), praticata ogni mattina alle 6.00; il clero, essendogli vietata ogni attivita' lavorativa a scopo di lucro, vive delle offerte (mai in denaro) della gente del villaggio. Per questo ogni mattina monaci e novizi sfilano per il paese con a tracolla cestini di vimini, e se e quanto mangieranno durante la giornata dipende dalla disponibilita' della gente. Il paese e' attarversato dal fiume Mekong, lungo il quale abbiamo navigato a bordo di una alquanto improvvisata barca per visitare uno dei villaggi produttori di wisky e la cava di Pak Ou, all'interno di cui sono accatastate centinaia di statue di Buddha. Patrimonio mondiale UNESCO dal 1995, Luang Prabang e', nonostante il turismo crescente, un posto dove pare il tempo sia fermo; tutto scorre in una surreale slow motion in cui e' dolce perdersi, facile ritrovare se stessi.
Fermata successiva, Vientiane; anche se attuale capitale, sfoggia svariati uffici governativi dagli impiegati piu' assopiti e rilassati del mondo (ne ho visti di peggio solo a Napoli...), insomma un posto dove la flemma regna sovrana. Arte e religione ovunque, basti pensare ai 6400 Buddha di uno dei suoi templi (Wat Si Saket) ed alle cupole dorate di Pha Tat Luang, simbolo della nazione, a forma di fiore di loto. Da Vientiane siamo volati verso la nostra prossima meta, Ha Noi in Vietnam. Abituatomi alla pace del Laos, devo dire che ho fatto fatica ad immergermi nel caos Vietnamita...

Le strade di Hanoi sono senza dubbio quelle che ho trovato piu' simili ai miei vicoli natii, quelli del quartiere Sanita' di Napoli: dominate da motorini, motorette e gente che trascina carrettini carichi di non si sa cosa, non si sa dove. Inutile cercare di capire in che senso scorra il traffico, attraversare la strada e' una continua e pericolosa sfida (soprattutto sulle striscie pedonali), impossibile parlare con chi ti cammina accanto senza dover urlare per sopraffare il rumore degli scooters deliranti, nei vicoli dell'Old Quarter non ci sono marciappiedi a salvarti e si cammina solo in fila indiana. Il tutto coronato da una miriade di insistenti venditori di quasliasi genere di consumo, dai ventagli di carta all'oppio da fumare, insieme a tassisti e passanti su due ruote che offrono un passaggio (a pagamento). Siamo durati quattro giorni, durante i quali abbiamo festeggiato il trentesimo compleanno di Nicola e visitato il mausoleo di Ho Chi Minh, dove riposa imbalsamato il liberatore del popolo Vietnamita (ogni anno lo mandano in vacanza in Russia per un make up generale).

Da Ha Noi un bus, guidato da un idiota patentato, ci ha portati ad Halong City da dove ci siamo imbarcati per una crociera di due giorni a bordo di una junk, tipica imbarcazione alla volta di Ha Long Bay. Quest'ultima e' un'insenatura nel Golfo del Tonchino comprendente circa 3000 isolette e cave formatesi, secondo la leggenda, per i colpi di coda di un dragone nella sua discesa in mare (Ha Long significa letteralmente "dove il drago scende in mare") ed e' un altro dei patrimoni UNESCO dal 1994. La notte in barca e' stata decisamente suggestiva, i paesaggi mozzafiato della baia offrono uno scenario unico e dindimenticabile. Lungo la baia, sosta pranzo ospiti di alcuni degli abitanti del posto: case galleggianti formano villaggi la cui gente vive di pesca ed acqualcoltura, oltre che di turismo ovviamente.















Ma ahime' dopo il paradiso di Ha Long, ritorno ad Ha Noi stavolta solo per volare verso il nostro nuovo approdo: Hoi An ('sti nomi sembrano tutti uguali!). Citta' del Vietnam centrale, Hoi An e' una piacevole sosta durante il tragitto verso sud; ennesimo patrimonio UNESCO, ci troviamo di fronte ad una citta' porto medievale del Sud Est Asiatico ancora meravigliosamente preservata. Le costruzioni interessanti sono piu di ottocento, attraverso cui ci si puo' fare un'idea della straordinaria fusione di culture cui Hoi An ha fatto da teatro nei secoli (Cinese, Giapponese, Francese, Olandese). Durante le passeggiate per le vie della citta' e' inevitabile perdersi nella miriade di case coloniali, templi e pagode per poi sostare in uno dei tanti cafe' artistici ed immergersi in uno degli scenari piu' romantici di questo viaggio.


A proposito di arte, in questo posto ce n'e' per tutti: le strade sono gremite di workshops di pittori, scultori e soprattutto sarti; infatti, Nicola non ha saputo resistere al richiamo della moda e si e' fatta fare il vestito cinese di seta (in un tempo record di un giorno!) al ridicolo prezzo di venti dollari americani...
Infine vi ricordate di quelle biciclette di una volta, quelle tipo "Graziella" col cestino davanti etc? Ne abbiamo fittato due ed una mattina ci siamo avventurati verso la spiaggia, a circa cinque Km. Ma parlando di spiaggia, ecco che giungiamo (dopo 14 ore in un bus talmente pieno che c'era gente che dormiva per terra) al luogo da cui scrivo questo lungo post: Nha Trang, splendida citta' di mare del Vietnam centrale.
Con una costa di sei Km di sabbia fine e dorata, l'oceano di un blu che pare dipinto ed il sole tutti i giorni, non abbiamo saputo resistere alla pigrizia ed al puro piacere ignorando totlamente la cultura che il posto ha da offrire. Nonostante l'abbondanza di boat trips ed escursioni turistiche, non ne abbiamo voluto sentire di pagode e templi e per quasi una settimana non abbiamo fatto che spalmarci sulla spiaggia fino al tramonto. Ah, e mangiato bene anche: Nha Trang e' probabilmente il posto che offre la migliore scena culinaria del Sud Est Asiatico fino ad ora visitato. Mah ahime' la pacchia e' finita e stasera partiamo alla volta di Ho Chi Minh City, alias Saigon. Addio tranquillita', ma sara' una buona occasione per redimerci con un po' di musei e sightseeing cittadino.
Nicola si lamenta che e' tardi e dobbiamo andare a cena, il post e' finito. Magari il prossimo tra meno di tre settimane...

Monday 5 May 2008

Non e' vero, ma ci credo.

Scusate la banalita' del titolo, ma non ne ho trovato uno meglio azzeccato. Vic, mio saggio amico hai ragione tu... Mi dovrei stare zitto e fare un resoconto appena tornato a Londra.
Ora vi spiego: dopo tre giorni a Bangkok, siamo partiti per Chiang Mai, Nord Tailandia, pronti ad affrontare le 14 ore di treno in un vagone letto che si e' rivelato meglio di quello che pensassi. Arrivati a destinazione, nel pomeriggio cominciamo la perlustrazione dei nuovi dintorni. Perso in un mercato infinito dove siamo gli unici non orientali, comincio a godermi una delle parti migliori del viaggiare, immergermi nella cultura locale rubando faccie, colori e suoni . Tutto bene, fino a quando non decidiamo di tornare all'ostello prima di uscire di nuovo per cena. Cammino beato lungo il fiume con la macchina fotografica pronta a scatti pittoreschi, quando mi imbatto in questi tre cani che appena mi vedono succede il quarantotto. Ok, non ho mai avuto paura dei cani, in trent'anni mai un incidente con animali non appartenenti alla specie umana, tranquillo e poi mai correre che senno' e' peggio... Ecco, finalmente da non so dove esce qualcuno che richiama le bestie malefiche. "Sorry, sorry" l'unica cosa che dice in un inglese strano. "Vabbuo' nun fa' niente compa'", rispondo in un Napoletano Thai-Style. Dopo duecento metri di Nicola che ride del piccolo incidente, mi accorgo che il polpaccio destro sanguina. Uno dei figli di una merda mi ha morso e nemmeno me ne sono accorto! Meno male che avevo i pantaloni lunghi, tipo quelli a fricchettone comprati a Bangkok, che per miracolo non si sono neanche rotti salvandomi da contatto diretto con le zanne 'e chella brutta bestia. Ospedale, antitetanica e per sicurezza antirabbica. Quest'ultima alquanto incompatibile col viaggio perche' somministrata in cinque iniezioni nell'arco di un mese. E non fa' effetto prima di una settimana, lasciandomi bello che scoperto ed in potenziale paranoia (e io sono paranoico assai...) fino a Venerdi' prossimo. Insomma ragazzi, pare che qualcuno mi stia bestemmiando ad ogni nuovo post. Chiunque sia, abbia pieta' che di questo passo ci lascio le penne.

Saturday 26 April 2008

Bali.

Come al solito un po' in ritardo (ci sarete abituati ormai), un nuovo post.
Lasciata Sidney abbaimo salutato l'Australia e siamo volati in Indonesia. A Bali per la precisione, dove ci aspettavano i genitori di Nicola (che vivono a Singapore) ed un simpatico gruppo di amici radunatisi li' in occasione dei sessant'anni del papa'. Finalmente un po' di relax... So che suona strano, ma viaggiare stanca e spostarsi in media ogni tre giorni diventa stressante dopo un po' (non mi fraintendete, sempre meglio che lavorare!). Comunque, dico un po' di relax perche' abbiamo passato una settimana intera (nello stesso posto stessa stanza ogni notte, grandezza e' Dio!) in una villa spettacolare dove non c'era altro da fare che passare dalla piscina alla sdraio, oltre a mangiare e bere quello che ti veniva cortesemente servito. Per i piu' temerari, l'Oceano Indiano era a due secondi (praticamente la villa era sulla spiaggia) e per i meno pigri (come me), la possibilita' di camminare fino al centro massaggi (porta accanto) per un'ora di full body massage balinese al modico prezzo di ottantamila rupie (cinque Sterline Inglesi). Bali e' proprio bella, un'isola alquanto piccola ma con molto da offrire. Soprattutto, qualsiasi cosa e' ridicolosamente economica e le cifre a sei zeri sono comuni ma a conversione fatta, ti accorgi che con un milione di rupie a Londra ci fai una settimana di sigarette (io nemmeno fumo piu'). Una foto dell'umile dimora...

... della vista sull'Oceano dal giardino

ed un po' di posti visitati in giro, come il monumento alle vittime della bomba del 2002 (Kuta, centro cittadino dell'isola)


o la monkey forest, dove le scimmie sono piu' libere dei visitatori!


E poi certe sedie di legno a forma di mano, onnipresenti...


Insomma tra massaggi, cene in ristoranti di lusso (una volta tanto ce lo potevamo permettere) e cazzeggio spensierato, questi sette giorni in Indonesia sono volati. Ah, impossibile non menzionare lo spettacolare spettacolo di ballerine balinesi organizzato per la festa di compleanno, di cui ho qualche scatto decente...


Dopo Bali ci siamo fermati una settimana a Singapore (dove sono ormai di casa, visto che e' la terza volta che ci vengo), pausa piu' lunga del previsto per colpa del mio orecchio non piu' infetto ma ancora dolorante. Deciso a risolvere il problema a tutti i costi, sono andato all'ospedale ed ho chiesto di vedere uno specialista, con il quale ho avuto la mia unica attivita' estrema (soprattutto per il prezzo) a Singapore: la rinoscopia, una sonda che entra nel naso ed esce in gola. A finale ho scoperto di essere allergico a non si sa cosa e questo spiega tutto (?!), risultato pillole e spray nasale a non finire ed ahime' niente piu' attivita' subacquee per il resto del viaggio. Mah, poteva andare peggio...
Domani si riparte a pieno ritmo: in mattinata, aereo per Bangkok dove rimarremo giusto due giorni per poi arrivare a Chiang Mai (Nord Tailandia) in treno di notte e da li' volare il giorno dopo alla volta di Luang Prebang, Laos. Anzi, sono le due e cinque del mattino ed il contenuto della mia borsa e' ancora sparso in giro. Ma se po' campa' accussi'? Decisamente si. A presto (beh, si fa' per dire) nuovi ed entusiasmanti aggiornamenti...

Thursday 10 April 2008

Koala, canguri, surfisti ed un infezione all'orecchio sinistro!

Due mesi e mezzo di viaggio, la tabella di marcia ci ha portati in Australia. Primo impatto, Melbourne: citta' decisamente giovane, grande fervore culturale e bordello assai studentesco. Da qui parte il tour per Great Ocean Road, un escursione di un giorno lungo una superstrada che percorre gran parte della costa. Panorami oceanici, koala e canguri un po' ovunque...
Da Melbourne saimo volati a Cairns, cittadina dal clima tropicale in quel del Queensland. In se' per se' il posto e' alquanto squallido e turistico, ma siamo qui per le spiaggie (e, mannaggia 'a morte piove!) e soprattutto la barriera corallina. Detto fatto, ci ritroviamo su un catamarano alla volta della suddetta in balia di onde mai viste in vita mia; ma se in superficie il mare ci e' nemico, sul fondo domina una pace che mi sorprende mentre scendiamo giu' per ben due immersioni...

A proposito di immersioni: magnifica esperienza, ma mi e' costata un'infezione all'orecchio che ancora al momento (una settimana dopo) mi crea non pochi problemi... vedi domani ho l'aereo per Singapore e non potrei volare. Speriamo che me la cavo con non molto dolore... Dopo Cairns e' la volta di Brisbane, punto di partenza per un tour di tre giorni su Fraser Island: la piu' grande isola di sabbia al mondo. Tre giorni in giro per questo incredibile angolo di mondo, su cui puoi spostarti solo in 4x4. Sabbia ovunque: nel costumetto, nella borsa, nella macchina fotografica, in gola, nelle coperte (ma come c'e' finita nelle coperte cazzo!?).



Lasciata Fraser Island, ci siamo spostati a Sydney, da dove al momento vi scrivo alle 2.oo am invece di dormire (causa orecchio otturato, vedi immersione). Sydney e' decisamente la citta' piu' bella che ho visto in Australia: grandissima, molto simile a Londra ma con il sole e sull'oceano. Tanto oceano, che vediamo ogni mattina appena svegli. No, non siamo finiti a dormire in spiaggia, ma in un appartamento a Bondi Beach (ospiti del fratello di Nicola). A qualsiasi ora del giorno, ti capita di incontrare surfisti dappertutto... ma chiste 'nun faticano maje?! Mah... Comunque, un paio di foto di posti famosi a Sydney:


ed un Koala...



Se vi interessano altri scatti, andate a vedere il sito linkato negli indirizzi 'degni di nota'.
Come ho gia' detto, la parentesi Australia e' quasi finita e domani saremo a Singapore. se sopravvivo al volo. Se tra chi legge c'e' un medico (possibilmente otorino), abbia pieta' e mi mandi il suo indirizzo email che qui il dottore non mi si e' inculato piu' di tanto e gli antibiotici non funzionano... Scommetto ora mi invidiate meno!

Tuesday 25 March 2008

Nuova Zelanda riassunta...

Ed anche la parentesi Nuova Zelanda e' qusi finita. Al momento scrivo da Christchurch ed e' la nostra ultima sera ad Aotearoa (Nuova Zelanda in maori, che significa terra della lunga nuvola biancha). Dove ero rimasto...? Wellington. Niente di strabiliante da dire a proposito di questa ridente citta' piena di cultura, se non che siamo abbaimo fatto un Lord Of The Rings tour e visitato Te Papa, il museo principale. Il tour di LOTR ci ha portato a spasso per i posti dove e' stato girato il film, non chiedetemi quale che non ne capisco molto e Frodo l'ho sempre chiamto Drogo. Fondamentalmente Nicola e' l'esperta in elfi ed io l'ho solo seguita sul bus e mi sono un po' addormentato (uguale a quando mi ha fatto vedere tutta la saga in DVD). Molto piu' interessante il museo, dove c'era una mostra sul mondo delle balene ed i loro legami con questa terra magnifica. Prorio a proposito di queste magnifiche creature, la tappa successiva e' stata Kaikoura, cittadina famosa a livello mondiale per il Whale Watching (avvistamento di balene). Beh, devo ammettere che all'idea di andare whale watching ero un po' scettico: a finale sei su una barca e vedi la balena da lontano (che non e' nemmeno sicuro che succeda). Mi sono ricreduto. E' stata un'esperienza unica, la belene avvistate (ben sei!) squazzavano li' a cianquanta metri dalla barchetta su cui eravamo e vi assicuro che vederne una da cosi' vicino e' impressionante.
Circa 200 Km dopo Kaikoura, ci siamo diretti a Dunedin via Christcurch dove ci siamo fermati per una notte. Dunedin e' una cittadina scozzese nei pressi della penisola Otago, molto stile presepe... Pecore a volonta', stradine strette e tutto arroccato su montagnelle e colline. Tant'e' che proprio a Dunedin c'e' la strada piu' ripida del mondo (Baldwin street), record dei primati ancora imbattuto.




Tappa successiva e' stata la alquanto commerciale Queenstown, assai piena di giovani viaggiatori tipo "anno sabbatico" dopo le superiori. Da non perdere la gondola che ti porta in alto in alto per vedere i Remarkables (catena montuosa alquanto imponente) con relativo giro in discesa su un Ludge, una macchinina pariante e velocissima giu' per curve paraboliche a 'rrecchia 'nterra per intenderci a Napolegni.




Dopodiche' e' stata la volta di Wanaka, ridente villaggio nei pressi del monte Cook (la cima piu' alta della NZ). Niente ma proprio niente di particolare tranne l'unico cinema, il Cinema Paradiso. Dotato di un fantastico risto-cafe' (puoi ordinare qualsiasi cosa sul menu e mangiare mentre vedi il film!), questa piccola sala consiste in una serie di divani come quelli che molti di voi hanno a casa sparsi qua' e la', cuscini enormi per spalmarti per terra o dove vuoi ed una cinquecento gialla tagliata a meta' ed adattata per ospitare due spettatori del grande schermo. Prima del film, una serie di surreali consigli per gli acquisti girati da piccoli businesses del paesino.
Ultima bella storia, un'escursione ad Akaroa (una cifra di chilometri dopo) dove abbiamo nuotato con i delfini. Hector's dolphins per la precisione, una specie di delfino che abita solo in NZ ed e' il piu' piccolo del mondo ed in via di estinzione.




Insomma, la Nuova Zelanda e' bella assai. Tanto spazio, colori e paesaggi unici, gente che considera l'ospitalita' una questione molto seria, soprattutto i Maori. Proprio a proposito di Maori, e' bellissima la loroposizione nell'organizzazione sociale ed il rapporto con la cultura europea 'colonizzatrice' che li rispetta e con cui convivono nel migliore dei modi, senza perdere le loro radici vive piu' che mai. Personalmente, credo sia uno dei pochi esempi di colonizzazione perfettamente riuscita al mondo, almeno per quello che ho potuto vedere.
Mo' basta che questo internet point e' caro e fa' nu cavero di pazzi.

Tuesday 11 March 2008

Addio, mie care palle...

Lo so che il titolo e' un po' strano, ma la dedica alle mie palline da giocoliere sequestrate in aereoporto e' d'obbligo... Ebbene no, stavolta non me le hanno fatte passare! Sembra la Nuova Zelanda abbia regole ferree sul rischio biologico che le mie amate palle (due anni e piu' di fedele compagnia) avrebbero rappresentato e quindi sono finite nell'inceneritore.
Dopo la triste parentesi, un paio di righe sulla nostra nuova tappa: Auckland. Atterrati alle quattro del mattino, credevo di non essere del tutto sveglio quando ho visto uccellini svolazzare nella sala arrivi dell'aereoporto! Cosi' comincia la nostra traversata da nord a sud di questo paese dai paesaggi mozzafiato.
Auckland e' bellissima, piacevole da esplorare e piena di bella gente. Cio' che piu' mi colpisce e' il cielo, immensamente blu e popolato da strane nuvole che, insieme a colori vividissimi, ti fanno sentire in un quadro.






Dopo due notti ad Auckland, abbiamo fittato uno sleeping van (furgone letto?) decisi ad arrivare a sud con mezzi propri. Prima fermata, Rotorua: capitale dell'attivita' vulcanica dell'isola del nord. Ancora paesaggi spettacolari in questa cittadina alle sponde di un lago e dominata da vulcani decisamente attivi! In un dei parco nei pressi del campeggio dove abbiamo pernottato ci sono piscine di acqua 'naturalmente' calda e si rimane imporessionati dai vapori sparsi provenienti da piccoli e meno piccoli crateri sparsi qua' e la'. D'obbligo una visita ai geisers (si scrive cosi'?) di Te Puia, parco geotermale situato in un'area che una volta era l'impenetrabile fortezza Maori della valle Whakarewarewa. Getti d'acqua alti venti metri, spettacoli Maori (l'originaria popolazione locale gestisce il parco e tutte le sue attivita') ed una casa del Kiwi (non il frutto, ma un uccello in via d'estinzione) ti immergono totalmente nelle radici della cultura di questo paese relativamente giovane (popolato solo da ottocento anni!).






Oltre ad una natura sorprendente, la Nuova Zelanda offre una miriade di attivita' alquanto estreme. La prima da noi scelta e' stata lo Zorbing, di cui Rotorua e' patria natia. In poche parole Lo Zorb e' un enorme pallone di gomma in cui ci si infila per farsi poi lanciare giu' per una collina verde. La corsa, centocinquanta metri in meno di un minuto, e' esilarante vi assicuro. Avreste dovuto vedere come rimbalzava il pallone in cui ero chiuso!
Entusiasti dell'esperienza, stiamo pensando allo skydiving (lancio in paracadute da un aereoplanino a quttromilacinquecento metri dal suolo)...
Dopo Rotorua, una notte passata in un attrezzatissimo campeggio di Taupo e poi on the road di nuovo verso Wellington, da dove ci imbarcheremo (furgone incluso) su un traghetto fino alla terra del sud.
Sulla windy (ventosa) Wellington, da cui scrivo al momento, non posso dire ancora niente visto che siamo appena arrivati. Tranne che c'e' ovviamente un vento spaventoso!

Tuesday 4 March 2008

Ciao Sudamerica...

Finalmente arriviamo a Viña del mar!
Dico finalmente perché, nonostante a sole sei ore di bus da Mendoza, il viaggio é durato il doppio. La traversata delle Ande é stata spettacolare devo ammettere, ma arrivati al confine col Cile ci sono volute circa cinque ore per passare la dogana piú meticolosa del mondo da me finora conosciuto!
Il fatto é che i Cileni sono molto attenti a che cosa puoi e non puoi introdurre nel paese. E lenti anche. Tutto ció che é organico é strettamente proibito. Basti solo pensare a questa storia: il doganiere non mi voleva fare entrare con le mie palline da giocoliere, contengono semi di chissácché e sono di conseguenza bandite. Dopo lunghe trattative per lasciarmi tenerle senza che le aprissero a metá col coltello, un alto ufficiale viene chiamato in causa. L'omaccione in divisa le ha guardate con occhio clinico, palpate per bene, annusate un pó anche, per poi chiedermi dove le ho comprate; in italia rispondo io e lui, con voce minacciosa, mi dice che va bene posso passare.
Mah, stano paese il Cile.
Viña del mar é una ridente cittadina sull'Oceano Pacifico, da molti considerata il miglior posto di mare del Sudamerica. Onestamente, per me non lo é.
Non fraintendetemi, é un bel posto. Solo non merita la fama che la precede.
Non c'é molto da fare e se passi un giorno in giro per la cittadina, torni a casa che ancora credi ci sia uno zingaro nell'armadio pronto a chiederti qualche spicciolo. Niente di personale contro gli zingari, sia ben inteso. Solo qui mendicano senza ritegno, senza orgoglio.
Unici posti degni di nota, le due residenze del poeta Pablo Neruda ora aperte al pubblico. La prima a Valparaíso, centro a mezz'ora da Viña, e la seconda ad Isla Negra, un ora di bus. Entrambe molto eccentriche, arredate con i piú bizzarri oggetti collezionati durante tutta la sua vita itinerante. Soprattutto oggetti che richiamano il mare e la navigazione; le mansioni stesse sono costruite come fossero navi, stretti corridoi e porte piccole e niente chiodi nel legno.
Una curiosa coincidenza: in una delle stanze della residenza di Isla Negra, c'é una specie di altarino ai poeti ispiratori della sua opera. Ritratti, foto e poesie in cornice. Tra Dante e Manzoni c'é Du Bellai con Les Regrets, un sonetto di che comincia cosí: "Hereux qui, comme Ulysse, a fait un beau voyage", che tradotto in italiano é il titolo del blog che state leggendo.
Da Viña del mar ci spostimao a Santiago del Cile, capitale e cittá decisamente grande. Ancora una volta peró, il Cile delude un pó le aspettative. Musei, il quartiere con i palazzi coloniali, la cattedrale... Le migliori cose fatte sono il cinema (finalmente ho visto il film del barbiere pazzo di Londra, come si chiama...?) ed il Cerro San Cristóbal. L'ultimo, un monte dominante la cittá la cui vetta é sormontata da un santuario con immensa statua della Madonna di non so che, raggiungibile grazie ad una funicolare. Il monte ospita anche uno zoo e due piscine comunali all'aperto, un posto ideale dove rilassarsi e godere di un bel panorama fuori dalla calura cittadina (35 gradi, 30 di cui dovuti a smog).
Insomma non voglio essere maleducato, probabilmente mi sbaglio ed é solo un'affrettata opinione personale, ma il Cile mi pare un poco un pacco.
Tutto é relativamente caro e la qualitá é decisamente inferiore agli altri posti visitati.
Ad ogni modo, oggi é l'ultimo giorno di Sudamerica per noi. Stasera si vola verso Auckland, Nuova Zelanda. Francamente mi dispiace lasciare l'America Latina, posti spettacolari e gente che mi ha fatto spesso sentire a casa. Beh, le regole del viaggio sono inesorabili e non c'é molto posto per la malinconia non credo; un pó triste si, ma entusiasta all'idea di esplorare il continente del signore degli anelli. Non che sia un fan, non ho nemmeno visto i film, ma pare le scene apocalittiche siano state girate in Nuova Zelanda per i suoi incredibili paesaggi. Vedremo...

Monday 3 March 2008

A Mendoza ho solo bevuto vino e mangiato assai

Ma come é difficile tenere aggiornato il blog... Dove ero rimasto? Ah si, Mendoza. Come dicevo, qui l´attivitá principale é accompagnare abbondatni grigliate di carne e pesce con del buon vino (Vic, l´Aglianico non me lo sono scordato ma dovró pure dire qualcosa su questo posto...). Quindi, nonostante il senso di pesantezza e stordimento dovuto ad abuso della suddetta addivitá, abbiamo deciso di aderire ad uno dei tours in giro per le botteghe produttrici di vino di Mendoza e dintorni.
Onestamente, non so che altro scrivere. Meglio lasciare spazio a qualche foto del tour...




Come potete vedere, le foto sono alquanto etiliche... a parte questa delle Ande dominanti il paesaggio:


E sono proprio le Ande che attraverseremo, come al solito in bus, per raggiungere la prossima tappa: Viña del mar, Cile.

Sunday 24 February 2008

Bariloche e dintorni

Un viaggio di 18 ore in bus ci ha portati in quel di San Carlos De Bariloche, cittadina di montagna nel Sud Est Argentino. Il posto e' decisamente bello, circondato da laghi e dalle Ande cosi' da offrire paesaggi spettacolari.
Oltre ad offrire tramonti mozzafiato pero', Bariloche offre la possibilita' di cimentarsi in varie attivita' outdoor a prezzi decisamente bassi. Tra Climbing (il solo pensiero di scalare mi esaltava ma inorridiva Nicola), Kayak, Mountain Bike e tante altre noi abbiamo optato per il Rafting e l'equitazione (il solo pensiero esaltava Nicola ma inorridiva me, vi sembra giusto?).
Rafting e' stato veramente unico, una botta di adrenalina mi ci voleva proprio... L'escursione e' durata circa 9 ore, in cui sdiamo andati a circa 80 Km da Bartiloche per giungere al Rio Manso, fiume tra Argentina e Cile. Li' ci hanno dato tutto il necessario, fatto un po' di scuola e poi via giu' per il fiume tra rapide di potenza III e IV (in una scala ascendente da I a V)! Io sono caduto in acqua una cifra di volte, tanto che quasi i miei compagni di gommone non mi raccolglievano piu'! Lungo il fiume abbiamo passato il confine e di li' ci hanno portati ad una fattoria di campagna (estancia, sono molto comuni in Argentina) dove un graditissimo barbeque e' stato offerto con tanto di vino e dolci caserecci. Insomma un esperienza bellissima, altamente consigliata a chi sa nuotare (o galleggiare almeno) ed in cerca di emozioni forti (ma non troppo).
Il giorno dopo e' stata la volta dell'equitazione che, tutto sommato, non e' stata poi male... Trasferimento dal nostro ostello ad una estancia chiamata Fortin Chacabuco, centenaria a quanto pare, pranzo a base di carne alla brace (sto ingrassando assai) e vino rosso tanto, dopo cui due ore di cavalcata in un paesaggio molto pampa Argentina. La seconda volta che montavo su un cavallo in vita mia (la mia amica Rosa si ricordera' la prima, oltre dieci anni fa'...), non me la sono cavata male. Diciamo che ho raggiunto un buon feeling col mio cavallo, che ha capito che tipo di fantino sono ed e' andato lentissimo tutto il tempo mentre gli altri galoppavano indomiti verso orizzonte.
Un po' di foto per darvi un idea del posto:










La nostra ultima sera abbiamo potuto godere dell'eclissi lunare (di cui pare tutto il mondo era al corrente tranne che noi), chiarissima grazie al cielo particolarmente chairo. Ho qualche foto, ma nessuna degna di essere pubblicata...

Prossima tappa: Mendoza, da dove scrivo al momento. La citta' e' famosa per i suoi vini, tanto che dicono produca il migliore malbec (uno dei miei rossi favoriti) del mondo. Anzi, a proposito di vino rimando a domani la fine del post e mi vado a fare un bicchiere...