Tuesday 4 March 2008

Ciao Sudamerica...

Finalmente arriviamo a Viña del mar!
Dico finalmente perché, nonostante a sole sei ore di bus da Mendoza, il viaggio é durato il doppio. La traversata delle Ande é stata spettacolare devo ammettere, ma arrivati al confine col Cile ci sono volute circa cinque ore per passare la dogana piú meticolosa del mondo da me finora conosciuto!
Il fatto é che i Cileni sono molto attenti a che cosa puoi e non puoi introdurre nel paese. E lenti anche. Tutto ció che é organico é strettamente proibito. Basti solo pensare a questa storia: il doganiere non mi voleva fare entrare con le mie palline da giocoliere, contengono semi di chissácché e sono di conseguenza bandite. Dopo lunghe trattative per lasciarmi tenerle senza che le aprissero a metá col coltello, un alto ufficiale viene chiamato in causa. L'omaccione in divisa le ha guardate con occhio clinico, palpate per bene, annusate un pó anche, per poi chiedermi dove le ho comprate; in italia rispondo io e lui, con voce minacciosa, mi dice che va bene posso passare.
Mah, stano paese il Cile.
Viña del mar é una ridente cittadina sull'Oceano Pacifico, da molti considerata il miglior posto di mare del Sudamerica. Onestamente, per me non lo é.
Non fraintendetemi, é un bel posto. Solo non merita la fama che la precede.
Non c'é molto da fare e se passi un giorno in giro per la cittadina, torni a casa che ancora credi ci sia uno zingaro nell'armadio pronto a chiederti qualche spicciolo. Niente di personale contro gli zingari, sia ben inteso. Solo qui mendicano senza ritegno, senza orgoglio.
Unici posti degni di nota, le due residenze del poeta Pablo Neruda ora aperte al pubblico. La prima a Valparaíso, centro a mezz'ora da Viña, e la seconda ad Isla Negra, un ora di bus. Entrambe molto eccentriche, arredate con i piú bizzarri oggetti collezionati durante tutta la sua vita itinerante. Soprattutto oggetti che richiamano il mare e la navigazione; le mansioni stesse sono costruite come fossero navi, stretti corridoi e porte piccole e niente chiodi nel legno.
Una curiosa coincidenza: in una delle stanze della residenza di Isla Negra, c'é una specie di altarino ai poeti ispiratori della sua opera. Ritratti, foto e poesie in cornice. Tra Dante e Manzoni c'é Du Bellai con Les Regrets, un sonetto di che comincia cosí: "Hereux qui, comme Ulysse, a fait un beau voyage", che tradotto in italiano é il titolo del blog che state leggendo.
Da Viña del mar ci spostimao a Santiago del Cile, capitale e cittá decisamente grande. Ancora una volta peró, il Cile delude un pó le aspettative. Musei, il quartiere con i palazzi coloniali, la cattedrale... Le migliori cose fatte sono il cinema (finalmente ho visto il film del barbiere pazzo di Londra, come si chiama...?) ed il Cerro San Cristóbal. L'ultimo, un monte dominante la cittá la cui vetta é sormontata da un santuario con immensa statua della Madonna di non so che, raggiungibile grazie ad una funicolare. Il monte ospita anche uno zoo e due piscine comunali all'aperto, un posto ideale dove rilassarsi e godere di un bel panorama fuori dalla calura cittadina (35 gradi, 30 di cui dovuti a smog).
Insomma non voglio essere maleducato, probabilmente mi sbaglio ed é solo un'affrettata opinione personale, ma il Cile mi pare un poco un pacco.
Tutto é relativamente caro e la qualitá é decisamente inferiore agli altri posti visitati.
Ad ogni modo, oggi é l'ultimo giorno di Sudamerica per noi. Stasera si vola verso Auckland, Nuova Zelanda. Francamente mi dispiace lasciare l'America Latina, posti spettacolari e gente che mi ha fatto spesso sentire a casa. Beh, le regole del viaggio sono inesorabili e non c'é molto posto per la malinconia non credo; un pó triste si, ma entusiasta all'idea di esplorare il continente del signore degli anelli. Non che sia un fan, non ho nemmeno visto i film, ma pare le scene apocalittiche siano state girate in Nuova Zelanda per i suoi incredibili paesaggi. Vedremo...

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